di Raffaele Morelli
Se fai sempre il “buono” e ti sacrifichi continuamente arriveranno i cattivi pensieri: non scacciarli, saranno loro a liberarti dalla maschera del buonismo!
Angelica, una giovane mamma, ci racconta: “Da quando è nato mio figlio, tre anni fa, mi sono dedicata completamente a lui, come una brava mamma DEVE fare. Proprio per questo non riesco a spiegarmi i pensieri violenti che ho da alcuni mesi. Ogni tanto arrivo a dirmi: lo odio, mi ha rubato la vita! Come può accadere? Mi sento un mostro!”.
Quando amare diventa sinonimo di annullamento di sé, puntualmente si forma dentro di noi una reazione contraria, e questo accade ogni volta che mettiamo in campo un atteggiamento eccessivamente buonista. Il marito la tratta male? “È fatto così, ma so che mi ama, l’amore è sacrificio”. Un collega fa di tutto per metterlo in difficoltà? “Non è cattivo, dobbiamo cercare di andare d’accordo con tutti”.
Prodigarsi, aiutare, pensare sempre prima agli altri, scacciare i pensieri egoisti sono i comandamenti di una mentalità esageratamente sbilanciata verso il buonismo, e proprio nell’eccesso si annida il problema. Racconta Erika: “Dopo un pellegrinaggio in un luogo santo non facevo che pregare, dire rosari, andare a messa… Poi un giorno nella mia testa hanno iniziato ad affacciarsi parole strane. Non le controllavo per quanto ci provassi: erano parolacce, bestemmie! E più lottavo, più quella voce prendeva spazio”. Chi si impone di avere per gli altri solo sorrisi e parole buone, spesso cela una grande paura: quella di dar voce alla propria aggressività. Ma quella… scacciata dalla porta, torna dalla finestra!
Il buonismo produce una lotta interiore senza fine
Attenzione a non confondere il buonismo con la bontà, che è spontanea e si affaccia quando vuole lei. Il buonismo è una bontà obbligatoria, permanente, finta. Ma nell’anima, che è un caleidoscopio di impressioni ed emozioni, nulla è permanente. Se qualcosa rimane sempre fisso ed immobile, è frutto di una recita, quindi di una finzione, proprio come certi sorrisi tanto belli quanto falsi. Così il buonismo è solo la maschera che si usa per tenere a bada certi istinti e pulsioni, di per sé naturali, ma giudicati a priori cattivi e disdicevoli. Dominarsi è un modo per evitare l’aggressività: ogni parola e ogni comportamento devono essere votati al prossimo. E allora l’aggressività ritorna più forte e incontrollabile, diventa cattiveria e produce pensieri violenti che si affollano nella testa…
Goditi tutti gli aspetti di te stesso, egoismo compreso
Vedere tutto come una lotta tra bene e male, cogliere solo il bianco e il nero, impedisce di notare non solo le sfumature, ma soprattutto la complessità che compone il quadro della vita. In ogni persona vivono infiniti aspetti e caratteristiche, e questa è la vera ricchezza di ognuno. Ridurre tutto a “bontà contro cattiveria” produce una mentalità soffocante, e il primo a rimetterci è proprio chi non riesce mai a dire: “Anche io ho delle esigenze specifiche, rispettarle è importante e non devo sentirmi in colpa se le tengo ben presente”. L’obbligo alla bontà ti trasforma nell’inquisitore di te stesso, sempre alla ricerca del lato “egoista” da scacciare: invece che ricca e articolata, di conseguenza, la personalità diventa povera e intimidita da tutto.
Ascolta anche i pensieri cattivi: segnalano un eccesso di buonismo
La soluzione consiste nel fare la pace con se stessi. Prova a dare spazio, ogni tanto, anche a quei pensieri duri o aggressivi che di solito giudichi inaccettabili: vedrai che il loro scopo non è trasformarti in un mostro o in una persona cattiva, ma solo bilanciare l’eccesso di buonismo in cui sei calato. Dai loro voce e ascolta le parole che ti vengono alle labbra spontaneamente. Affioreranno in te commenti più sinceri sulle persone con cui hai a che fare, come ad esempio: “è un tipo infido, stai attento”; oppure “mi sta solo usando”; o ancora “mi sto sforzando, dovrei essere più naturale”.
Questi pensieri contengono una notevole dose di saggezza e spesso sono vere e proprie voci profetiche. Se impari a portarle nella vita reale, poco alla volta, vedrai che non distruggeranno la tua reputazione, né faranno davvero del male agli altri, anzi, ti aiuteranno ad essere più autentico e a non subire i torti e le manipolazioni di cui ti lamenti.
L’esercizio immaginativo: osserva i tuoi lati brutti e fai pace con loro
Chiudi gli occhi e lascia che nella tua mente si formi un’immagine… è un’immagine indistinta, nera… Poco per volta la metti a fuoco e vedi affiorare nel buio tutto ciò che non ami di te, che vorresti correggere… Ti appaiono scene della tua vita dove non ti sei piaciuto e vivi, uno per uno, quei momenti che avresti voluto tanto cancellare… La tua rabbia, la tua gelosia… Il brutto carattere…
Quei ricordi sgradevoli vengono proiettati come una pellicola di un film e tu sei lì, uno spettatore che guardi e basta… E mentre osservi la tua presenza diventata sempre più silenziosa, lentamente dimentichi i commenti, i giudizi… Diventi solo sguardo, puro sguardo… E in questo stato la tua vista si sfuoca, non sai più dove sei… Ti sforzi di vedere con gli occhi della mente, ma tutto questo sforzo non serve… Allora ti abbandoni, non hai più una direzione obbligata da seguire e cominci a provare profondo senso di sollievo e un piacevole benessere che si diffonde nel corpo… L’ombra si trasforma in penombra… Ti senti finalmente a casa, protetto…
Articolo di Raffaele Morelli
Fonte: http://www.riza.it/psicologia/l-aiuto-pratico/5072/liberati-dalla-sindrome-del-martire.html
Yin /yang è sempre in azione. Non possiamo sfuggire alla natura delle cose.