Il Sole, spesso evitato dai tanti che temono il cancro e le rughe della pelle, è invece una Fonte di Energia indispensabile alla Vita.
Il Dott. Holick, che ha scoperto la forma attiva della vitamina D, ha raccolto una quantità impressionante di prove a sostegno di quanto consiglia, e cioè che nessuno dovrebbe essere, come lui lo definisce, un “solefobo”. Egli è arrivato alla conclusione che una relativamente breve ma libera esposizione al sole, parecchie volte alla settimana, può contribuire ad evitare una miriade di malattie debilitanti ed a volte fatali, come osteoporosi, ipertensione, diabete, sclerosi a placche, artrite reumatoide, depressione, cancro al colon, alla prostata e al seno.
In altre parole, il Dott. Holick dice che il sole è una buona medicina. Ma come tutte le medicine, il giusto dosaggio è necessario per raccogliere le ricompense che la luce solare può offrire senza indesiderabili conseguenze. Il Dott. Holick ha esposto le sue idee, supportate da ricerche approfondite, in un piccolo ma importante libro, “The UV Advantage”, scritto congiuntamente a Jenkins, un scrittore di saggi sulla salute.
Un ormone onnipresente
L’asserzione del Dott. Holick che l’esposizione controllata al Sole può rendere immuni da gravi malattie, è supportata da decenni di ricerca sui molti ruoli svolti nel corpo dalla vitamina D. La fonte principale di questa sostanza nutritiva essenziale non è il cibo, né è costituita dai supplementi dietetici. È il Sole.ù
La vitamina D viene sintetizzata dalla pelle quando è esposta ai raggi ultravioletti di tipo B (UVB) emessi dal sole. Ma la quantità di vitamina D che si forma in un dato periodo di esposizione al Sole, dipende dal colore della pelle – cioè dalla quantità di melanina che la pelle contiene – che filtra i raggi UV. Infatti, più la pelle di una persona è scura, più dovrebbe esporsi al sole per formare una quantità significativa di vitamina D.
Uno studio nazionale (USA), ha mostrato che alla fine dell’inverno, il 42 per cento delle donne afro-americane fra i 15 e i 49 anni d’età, erano carenti di vitamina D. Una persona dalla pelle molto scura può avere bisogno di esporsi al sole fino a 50 volte di più di uno Scandinavo, per sintetizzare lo stesso importo di vitamina D. All’afro-americano medio, sarà quindi necessario un tempo di esposizione al sole da 5 a 10 volte maggiore.
Un altro fattore importante da considerare è la distanza dall’Equatore. Più lontano si è, meno intensa sarà l’esposizione ai raggi UVB. Questa è indubbiamente la ragione per cui i popoli che vivono alle latitudini più lontane dal Sole, si sono evoluti sviluppando un colore molto chiaro della pelle, al fine di aumentare la loro capacità di assorbire i raggi UVB, mentre quelli che vivono vicini all’Equatore si sono evoluti con pelle molto scura, per limitare quell’assorbimento ad un importo fisiologicamente desiderabile.
Perché la vitamina D possa svolgere i suoi innumerevoli ruoli biochimici nelle cellule del corpo, deve in primo luogo essere convertita in forma attiva, nell’ormone della vitamina D. Per anni si è creduto che questo processo avvenisse soltanto nei reni, che immettono esigue quantità di quell’ormone nel sistema circolatorio perché venga distribuito in tutti i tessuti.
Ma gli studi del Dott. Holick ed altri, hanno mostrato che le cellule dei differenti organi non possono contare sulla misera quantità dell’ormone della vitamina D che i reni forniscono. Piuttosto, le cellule di altri tessuti, compreso la prostata, il seno, il colon e il sistema immunitario, possono convertire la vitamina D nell’ormone attivo.
Molti effetti sulla salute
Ognuno dovrebbe sapere che la vitamina D è estremamente importante per la formazione ed il normale mantenimento in salute delle ossa. Anche se si consuma abbastanza calcio, non si può costruire e sviluppare la massa dell’osso se sussistono carenze di vitamina D. Sintomi della mancanza della vitamina D, sono le sensazioni dolorose e la debolezza percepita nei muscoli e nelle ossa. Il Dott. Holick fa intendere che alcuni disturbi, diagnosticati in base a quei sintomi, come fibromialgia, possono in effetti essere prodotti dalla mancanza di vitamina D.
Il Dott. Holick ha notato che il recente nuovo insorgere del rachitismo negli Stati Uniti, è il risultato congiunto del solo allattamento al seno (il latte materno non ha quasi vitamina D) e del mantenere i bambini troppo “al riparo” dai raggi del sole o costantemente cosparsi di protettori solari. Un prodotto solare con valore di protezione 8, blocca il 95 per cento della capacità della pelle di sintetizzare la vitamina D e uno con valore di 15 ne blocca il 99 per cento.
È stato verificato che nella prostata, l’ormone della vitamina D funge da potente inibitore dello sviluppo anormale delle cellule e che le cellule del colon e del seno hanno meccanismi simili per l’utilizzo di questo ormone. Una ricerca fatta in Scandinavia, ha collegato i bassi livelli di vitamina D nel sangue, ad un rischio circa del 50 per cento superiore di sviluppare il cancro della prostata, rispetto a chi ha livelli elevati e normali. E durante otto anni di ricerca condotti in uno studio sull’invecchiamento a Baltimora, gli esperti hanno scoperto che persone con bassi livelli di vitamina D in circolo hanno un rischio maggiore del 50 per cento di sviluppare il cancro al colon, rispetto quelli con livelli normali o elevati.
Il Dott. William Grant della NASA, fa notare che le persone che lavorano all’aperto o vivono nei climi pieni di Sole, hanno tassi di mortalità inferiori per cancro al seno, al colon, alla prostata, alle ovaie, alla vescica, all’utero, all’esofago, al retto e allo stomaco. Il Dott. Grant ha calcolato che se si prendesse tanto Sole quanto chi vive nel sud-ovest (degli USA), ci sarebbero ogni anno 85.000 casi di cancro in meno e 30.000 morti per cancro in meno (nei soli USA). Lo stesso si applica alle malattie del sistema immunitario come la sclerosi a placche, l’artrite reumatoide ed il diabete di tipo 1, che viene diagnosticato solitamente nei bambini e negli adolescenti. Il Dott. Holick, nel frattempo, ha scoperto che esporre persone con la pressione alta ai raggi di UVB in un salone d’abbronzatura, abbassa la pressione più o meno quanto i farmaci. Inoltre, ha scoperto che aumentando la vitamina D si migliora il funzionamento del cuore e si riduce lo sforzo cardiaco.
Al Sole senza pericolo
Quanta vitamina D è sufficiente? Anche se l’importo suggerito ufficiale varia – da 200 unità internazionali per gli infanti, a 600 per gli anziani – il Dott. Holick ed altri esperti dicono che sarebbero necessarie 1.000 unità al giorn, una quantità che poche persone assumono con gli alimenti o gli integratori. Il Sole dovrebbe quindi colmare il divario.
Il Dott. Holick afferma: “Tra il 90 ed il 95 per cento della vitamina D che la maggior parte delle persone ha nell’organismo, proviene da esposizione casuale alla luce solare”. Non è, inoltre, un fautore determinante l’abbronzatura. Piuttosto, propone di esporre la pelle non protetta alla luce solare per alcuni minuti, per un periodo di tempo determinato dal tipo di pelle della persona, considerando anche il periodo dell’anno, l’ora e la latitudine.
Suggerisce di calcolare in quanto tempo la pelle assume una colorazione rosea quando ci si espone al sole (rosea non scottata), e quindi di esporre al sole per un quarto di quel tempo un quarto del proprio corpo (per esempio, mani, braccia e viso o, se non il viso, allora le braccia ed i piedi). Se, invece, una persona progetta di rimanere molto all’aperto, il consiglio è di coprirsi o di applicare dei protettori solari che filtrino sia i raggi di tipo UVB che UVA.
Per esempio, una persona con la pelle di tipo 2 (caratteristica della maggior parte degli appartenenti alla razza bianca caucasica), che si scotta facilmente e difficilmente si abbronza, come chi vive nella metà più a nord dell’emisfero, potrebbe esporre un quarto della superficie del corpo al sole per 5 o 10 minuti al giorno, fra le 11 del mattino e le 3 del pomeriggio, nei cinque mesi più caldi, accumulando vitamina D sufficiente per tuttol’inverno successivo.
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: uvadvantage.org